Attualità

Bye bye Puglia, i laureati se ne vanno

La Redazione
Nel decennio 2006-2016 40mila giovani sono emigrati
scrivi un commento 122

Nel 2017 l’attività economica in Puglia è cresciuta in misura modesta per effetto soprattutto dell’andamento positivo dell’industria e dei servizi.

È quanto emerge dal documento L’economia della Puglia, redatto dalla sede di Bari della Banca d’Italia e presentato ieri alla stampa dal direttore della sede, Pietro Sambati, dal responsabile della divisione analisi e ricerca, Maurizio Lozzi, e dal ricercatore Vincenzo Mariani.

«Il passo è lento e le ragioni – ha spiegato Sambati – sono soprattutto nella bassa produttività. È una questione cruciale che deve trovare risposta con il rilancio degli investimenti, pubblici in particolare».

La crescita dell’industria, con il fatturato incrementato dell’1,7%, è stata trainata dal siderurgico che ha beneficiato della ripresa dell’Ilva, i cui livelli produttivi rimangono tuttavia inferiori rispetto al periodo precedente le vicende giudiziarie.

L’occupazione nel 2017, dopo l’aumento degli ultimi due anni, è rimasta stabile (0,3%).

Nella regione si registra, tuttavia, la quota più bassa di laureati, il 10,1%, e ad incidere ci sono 40mila laureati emigrati fuori regione nel decennio 2006-2016. La perdita di capitale umano – è spiegato nel documento – è ascrivibile soprattutto ai movimenti verso i sistemi locali del lavoro urbani del Centro Nord, ma nel periodo considerato è aumentato anche il peso dei trasferimenti all’estero. Le emigrazioni interessano soprattutto i laureati con caratteristiche più favorevoli all’inserimento lavorativo e si realizzano in parte nella fase di scelta dell’università proseguendo nel periodo successivo.

Sempre in tema di capitale umano, in Puglia risulta poi uno scarso utilizzo di personale qualificato, tanto che tra il 2012 ed il 2016 le assunzioni programmate di personale laureato hanno rappresentato il 12,4% (sotto la media nazionale con un dato inferiore del 3,3%). «L’emigrazione – secondo il responsabile della divisione analisi e ricerca, Maurizio Lozzi – sta impoverendo la Puglia da vari punti di vista, anche con un costo diretto, di mancato reddito di queste risorse che vanno fuori regione. La perdita si può stimare in 3 punti di pil regionale».

giovedì 21 Giugno 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti