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«Chiudere guardie mediche non sicure»

La Redazione
Richiesta dell'Ordine alla Regione Puglia dopo i casi di aggressione
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«Immediata chiusura delle sedi di guardia medica e di continuità assistenziale che risultino non idonee a tutelare la sicurezza di medici e cittadini».

È la richiesta formalizzata nella seduta di lunedì del Consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici chirurghi ed odontoiatri (Omceo) di Bari, in seguito, spiegano i camici bianchi, «al susseguirsi di aggressioni ai danni degli operatori sanitari e alle dichiarazioni dei direttori generali delle Asl di Bari e Taranto sulla mancata adozione delle idonee misure di sicurezza nelle sedi di continuità assistenziale».

È dal 2013, dalla tragica uccisione di Paola Labriola, che l’Ordine denuncia «le diffuse condizioni di insicurezza in cui i medici sono costretti ad operare».

A settembre dello scorso anno i presidenti degli ordini pugliesi avevano incontrato il presidente della Regione, Michele Emiliano, per discutere di possibili soluzioni alle drammatiche condizioni di sicurezza. Il 10 novembre scorso l’intero mondo sanitario, guidato dagli ordini e dai sindacati, era sceso in piazza a Bari per protestare «contro le inaccettabili condizioni di rischio in cui i medici sono costretti a svolgere il proprio servizio».

Su proposta del presidente Anelli si è costituito a livello nazionale l’Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza, la cui costituzione è stata annunciata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, proprio a Bari lo scorso febbraio. Eppure, denuncia, l’Ordine, «nulla finora è cambiato nelle sedi in cui operano quotidianamente i medici».

«È inaccettabile che strutture pubbliche da anni non ottemperino gli obblighi di legge per garantire la sicurezza di cittadini e operatori»
dichiara Filippo Anelli, presidente dell’Ordine di Bari.

mercoledì 23 Maggio 2018

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