Attualità

Inceneritore, il Comune di Modugno: «C’è una soluzione, ma serve ok di Bari»

La Redazione
L'assessore Luciano chiede al Consiglio comunale del capoluogo un atto di indirizzo. Anche Lagambiente ribadisce il "no"
scrivi un commento 398

Il Comune di Modugno chiama il Comune di Bari sul caso dell’inceneritore nella zona industriale di Bari.

L’assessore all’Ambiente, Tina Luciano, presenta quella che definisce una «soluzione radicale», che passerebbe per il pronunciamento del Consiglio comunale del capoluogo.

«Dall’incrocio delle dichiarazioni dei vari attori coinvolti nella vicenda Newo emerge, a nostro parere, una via per la soluzione radicale del problema» dichiara l’assessore Luciano.

«Premesso che l’autorizzazione all’impianto Newo poggia sulla collaborazione esclusiva tra Newo e Amiu (la stessa Newo ha dichiarato in più sedi che lavorerà solo con Amiu), e considerato che l’Ager (Agenzia Regionale per i Rifiuti) ha dichiarato ieri (25 gennaio, ndr) che non utilizzerà l’impianto Newo per destinarvi i rifiuti prodotti dagli impianti di biostabilizzazione della Puglia, riteniamo – aggiunge l’assessore – a questo punto necessario che anche il Comune di Bari, in qualità di socio unico di Amiu Puglia SpA, pronunci in modo chiaro ed inequivocabile che Amiu non utilizzerà la Newo per distruggere i rifiuti speciali prodotti.

Invitiamo, pertanto, il Consiglio comunale di Bari ad approvare, auspicabilmente all’unanimità, un atto di indirizzo che aderendo alla Strategia Rifiuti Zero escluda l’impiego di impianti di incenerimento per la distruzione di rifiuti speciali pericolosi e non. Si sancirebbe così che l’Autorizzazione integrata ambientale (che, ribadiamo, prevede la collaborazione esclusiva tra Amiu e Newo) non ha alcuna ragion d’essere e dunque non deve essere concessa, esattamente come il Comune di Modugno va chiedendo da tempo».

Legambiente: «Puntare a compostaggio, riuso e recupero dei rifiuti»
Sulla vicenda si registra anche la netta presa di posizione di Legambiente.

«Già in tempi non sospetti, ovvero nel giugno del 2016, Legambiente Puglia aveva trasmesso all’ufficio Via/Vas della Regione Puglia le sue osservazioni in merito alla realizzazione dell’impianto di ossicombustione Newo, nella zona industriale di Bari» si legge in un comunicato dell’associazione ambientalista.

Due anni fa, Legambiente sottolineava interrogativi in merito al rapporto tra inceneritore e «obiettivi finalizzati alla riduzione dei rifiuti ed all’incremento della raccolta differenziata, imposti dalla normativa vigente». «Quell’impianto – dichiara Legambiente – non era contemplato nel Piano regionale dei rifiuti. Inoltre, trattandosi di un sistema tecnologicamente innovativo e sperimentale, senza precedenti, non vi era alcun attendibile riscontro a quanto descritto dagli stessi proponenti».

«La nostra contrarietà alla realizzazione dell’impianto l’avevamo già espressa nero su bianco con osservazioni puntuali nel giugno 2016, quando l’argomento evidentemente ancora non era sulla cresta dell’onda – tuona Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia. «Oggi torniamo sul tema sottolineando che, in Puglia, per chiudere il ciclo dei rifiuti è necessario puntare alla realizzazione di impianti di compostaggio sostenendo, al contempo, la filiera del riuso e del riciclo, in linea con gli obiettivi del pacchetto sull’economia circolare che prevede la rottamazione delle discariche e dei termovalorizzatori. Per aumentare la percentuale di raccolta differenziata nella nostra regione, ferma al 41,5 per cento, serve che tutti i comuni adottino il sistema porta a porta, al fine di ridurre il conferimento in discarica, ancora elevato, oggi pari al 48 per cento».

Nella opposizione alla realizzazione dell’impianto Newo Legambiente sarà parte attiva anche attraverso l’operato dei circoli locali quali Bari, Modugno, Palo del Colle e Bitonto.


sabato 27 Gennaio 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti