Da oltre 25 anni, il Sole 24 Ore misura la vivibilità delle province italiane attraverso una serie di dati statistici elaborati in 36 classifiche.
Riunendo e confrontando decine di indicatori, dalla vivacità imprenditoriale all’andamento demografico, dal numero di denunce per reati alla quantità di presenze agli eventi del tempo libero, il giornale restituisce la graduatoria dei territori in base a una complessiva misurazione della loro “qualità”: in cima alla classifica finiscono così le aree che riescono a totalizzare i migliori piazzamenti nelle varie misurazioni parziali, divise nelle sei macro-sezioni: tenore di vita, affari e lavoro, servizi ambiente e salute, demografia, ordine pubblico, tempo libero.
Ebbene, la provincia di Bari, nella classifica recentemente pubblicata, nel 2016 si è posizionata come 85esima su 110 province, con un punteggio generale di 407 punti. Risultato di cui non andare fieri, ma migliore di tre posizioni rispetto al 2015.
Gli indicatori che hanno determinato il punteggio totale di ogni
provincia sono Reddito-Risparmi-Consumi, Affari-Lavoro-Innovazione,
Ambiente-Servizi-Welfare, Demografia-Famiglia-Integrazione,
Giustizia-Sicurezza-Reati, Cultura-Tempo Libero-Partecipazione.
A pesare molto su questo basso punteggio per la qualità della vita nella provincia di Bari è il penultimo criterio che riguarda la Giustizia-Sicurezza-Reati, che registra il valore minore (191 punti contro i 515 di Aosta, al primo posto della classifica generale) e il settore Cultura-Tempo Libero-Partecipazione che registra un valore di 321 punti rispetto ai 448 di Aosta. Per quanto riguarda il settore Reddito-Risparmi-Consumi, Bari registra un valore pari a 482 punti (Aosta ne ha 762).
In generale, la nostra provincia primeggia – in fondo alla classifica – tra le altre province pugliesì: Lecce è al 92esimo posto, Brindisi al
96esimo, Foggia al 102esimo, la Bat al 104esimo e Taranto al 105esimo.