Attualità

Raccolta differenziata, Bari ferma al 35%

La Redazione
Ieri la presentazione del rapporto di Legambiente "Comuni Ricicloni"
1 commento 145

È stato presentato ieri a Bari il rapporto Comuni Ricicloni Puglia 2016. Alla manifestazione di Legambiente hanno partecipato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, Antonio Decaro, presidente Anci, Domenico Santorsola, assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Gianfranco Grandaliano, commissario ad acta agenzia territoriale della Regione Puglia per il Servizio di gestione dei rifiuti, Francesco Spina, vice presidente di Anci Puglia, Nicola Giorgino, Presidente della Provincia Bat, Pasquale Cascella, sindaco di Barletta, Maria Concetta Dragonetto, Conai, e Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente.

«Per entrare nell’olimpo della gestione sostenibile dei rifiuti il raggiungimento dell’obiettivo di legge sulla raccolta differenziata, pari al 65%, non basta più» scrivono dall'associazione. «Legambiente vuole traghettare i comuni ricicloni pugliesi verso la nuova sfida della rivoluzione del secco residuo da avviare in impianti di incenerimento e in discarica. Ecco perché è stata coniata la qualifica di “Comuni Rifiuti free” per le amministrazioni che, oltre ad aver superato il 65% di raccolta differenziata, hanno anche contenuto la produzione pro capite di secco residuo al di sotto del 75 kg/anno7abitante». 

Nella nona edizione di Comuni Ricicloni Puglia 2016 sono 3 i Comuni Rifiuti free: Roseto Valfortore, Monteparano e Motta Montecorvino, rispettivamente con il 23,91%, il 65,64% e il 65,46% di secco residuo pro capite prodotto. Nel 2015 i Comuni Ricicloni pugliesi salgono a 22.

Ancora una volta è Rutigliano, già premiato lo scorso anno, ad occupare il primo posto della classifica con una percentuale media del 77% nell’anno 2015. Ex aequo per il Comune di Faggiano e Roseto Valfortore (Fg), che si piazzano al vertice della classifica diventando Comuni Ricicloni, dopo aver ricevuto il premio di Seconda Categoria nella scorsa edizione. Riconfermati i Comuni di Casalvecchio di Puglia (71%), Monteparano (71%), Canosa di Puglia (70%), Cellamare (70%), Troia (70%), Latiano (69%), Motta Montecorvino (69%), San Vito dei Normanni (68%), Fasano (66%), Sava (66%), Crispiano (66%), Andria (65%) e Laterza (65%). 

Cinque comuni diventano Ricicloni, insigniti del premio di Seconda Categoria l’anno scorso, ovvero Barletta (72%), Poggio Imperiale (69%), San Giorgio Ionico (69%), San Marco La Catola (68%) e Cassano delle Murge (65%). Nuovo ingresso di questa graduatoria anche Serracapriola (65%), nell’edizione 2014 premiata con la Menzione Speciale Teniamoli d’Occhio.

Sono invece 11 i comuni pugliesi a cui va il premio di Seconda Categoria, per aver raggiunto nei primi nove mesi del 2016 una media percentuale pari o superiore al 65%. Ricevono il riconoscimento Erchie (71%), Torricella (71%), Ruvo di Puglia (70%), Torre Santa Susanna (70%), Apricena (69%), Mesagne (68%), San Michele Salentino (67%), Carosino (65%), Ostuni (65%), San Pancrazio Salentino (65%) e Villa Castelli (65%).

Anche nell’edizione 2016 di Comuni Ricicloni, come detto, è stata assegnata la menzione speciale Teniamoli d’Occhio alle amministrazioni che, nei primi nove mesi del 2016, grazie all’avvio del porta a porta hanno raggiunto una media percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 55%. Tale soglia è stata raggiunta dai Comuni di Anzano di Puglia (63%), Monteleone di Puglia (63%), Adelfia (62%), Biccari (62%), Corato (62%), Grumo Appula (62%), San Ferdinando di Puglia (61%), Mola di Bari (59%), Polignano a Mare (59%), Putignano (59%), Triggiano (59%), Conversano (58%), San Giovanni Rotondo (58%), Terlizzi (58%), Castelluccio dei Sauri (57%), Massafra (56%), Candela (55%).  

Novità della nona edizione di Comuni Ricicloni Puglia è la menzione speciale Start Up, conferita alle amministrazioni che, negli ultimi mesi del 2016, hanno avviato sistemi di raccolta differenziata innovativi, riuscendo così a raggiungere percentuali significative di raccolta differenziata. La ricevono i Comuni di Bitetto, Modugno e Acquaviva delle Fonti.

«Ancora poco soddisfacenti i dati che emergono dal dossier Comuni Ricicloni Puglia 2016» ha dichiarato Francesco Tarantini. «Mentre in Europa è centrale il dibattito sull’economia circolare, in Puglia, l’economia lineare la fa ancora da padrona e lo dimostra sia la media percentuale di raccolta differenziata, ferma al 36,2%, che l’elevata quantità di rifiuti urbani conferiti in discarica, pari al 52%, oltre a un’impiantistica ancora carente».

Continuano a rimanere poco soddisfacenti, anche per questa edizione, i risultati conseguiti dai capoluoghi di provincia nel 2015, ad eccezione del Comune di Barletta che, dal 2014 al 2015, grazie all’avvio del porta a porta, è passato da un 37% a un 72% di raccolta differenziata, diventando Comune Riciclone, e di Andria, che ha registrato il 65% di raccolta differenziata nel 2015. Timidi i segnali di cambiamento che arrivano dagli altri capoluoghi: Bari raggiunge solo il 35% di raccolta differenziata, Brindisi peggiora rispetto al 2014 e perde una posizione, Lecce e Trani  superano di poco il 20% di raccolta differenziata, restando fortemente lontani dagli obiettivi di legge, Taranto si attesta su un misero 15% e Foggia si ferma al 10% di raccolta differenziata. La Provincia Bat rimane la più virtuosa, con il 42,72% di raccolta differenziata nel periodo compreso tra settembre 2015 e agosto 2016, con ben 8 comuni su 10 che hanno avviato la raccolta differenziata porta a porta.

sabato 11 Febbraio 2017

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
1 Commento
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Michele Santostasi
Michele Santostasi
7 anni fa

A Bari non si raggiungeranno mai buoni risultati perché, a parte l’inciviltà di molti concittadini, vi è un esonero generalizzato dal pagamento della tassa a favore delle persone cosiddette bisognose, alle quali non importa nulla che la tassa aumenti, tanto loro non pagano, A mio avviso, invece, dovrebbero pagare tutti e chi vuole essere esonerato, deve corrispondere la propria quota in un corrispettivo in servizi. Attenuanti non ne possono trovare perché, se sono “poveri” vuol dire che non hanno un lavoro e se non hanno il tempo di prestare la loro opera, vuol dire che lavorano, ma in nero, ecco perché risultano poveri e beneficiano delle agevolazioni. Non penso che ci voglia tanta intelligenza per capire questo enigma.