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TEDx Bari, il “deserto” nel Teatro Petruzzelli. Le immagini

Giovanni Boccuzzi
Dodici relatori alla conferenza internazionale. Parmitano: «Mia sfida è lavorare per far sì che i giovani possano un giorno toccare la sabbia di Marte»
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La seconda edizione del TEDx Bari è stata incentrata sul tema del deserto, inteso sia come luogo fisico ma anche come non-luogo dalle forti potenzialità evocative e metaforiche. La manifestazione, nata 30 anni fa in California con l’obiettivo di diffondere idee che meritano di essere condivise, ha riscosso un’ottima accoglienza da parte del pubblico barese.

Sul palco del Teatro Petruzzelli (nelle immagini di Michele Illuzzi) sono stati invitati 12 speaker provenienti da ambiti diversi per raccontare in maniera personale la propria idea di deserto. Tra gli ospiti anche l’astronauta Luca Parmitano che, prima di narrare la sua esperienza nella stazione spaziale internazionale, ha voluto partire dalle sperimentazioni condotte nelle grotte, sotto le montagne della Sardegna.

«Ero in un budello, e spensi la luce del casco – racconta Parmitano – per provare la sensazione di stare solo, come in un deserto invisibile e immerso nel buio». L’astronauta ha chiarito che si trattava di un addestramento, in vista di una prossima esplorazione di Marte, dove «potrebbero esserci delle grotte che proteggono possibili forme di vita dalle radiazioni».

Il racconto poi si è spostato nelle profondità oceaniche al largo della Florida. Per due settimane, insieme a un’equipe di astronauti, Parmitano ha condotto sperimentazioni in condizioni di microgravità e allo stesso tempo ha visto come lì il riscaldamento globale sia diventato qualcosa di concreto e tangibile. A causa di questo fenomeno, infatti, si verifica la migrazione dei coralli.

Dopo aver mostrato delle foto di Lanzarote, dove è stato studiato come si evolve lì il terreno, l’astronauta ha parlato del «gene di Ulisse, il gene dell’esplorazione» che ha condotto l’umanità a compiere i viaggi nello spazio

«Lo spazio è il deserto più estremo per eccellenza – ha spiegato Parmitano – è l’unico deserto veramente vuoto». Tra le tante istantanee mostrate anche un selfie spaziale, che l’astronauta ha voluto dedicare ai giovani. «La mia sfida è lavorare per far sì che i giovani possano un giorno toccare con mano la sabbia di Marte».

Tra gli altri interventi va citato anche quello dell’atleta paralimpica Martina Caironi che ha raccontato al pubblico i retroscena della vittoria dell’oro nei 100 metri alle Olimpiadi di Rio.

La reporter di guerra Francesca Borri, invece, ha fornito al pubblico un’altra prospettiva con cui guardare gli immigrati che giungono sulle nostre coste per fuggire dai conflitti umanitari: «I profughi – ha spiegato – sono coloro che non si sono arresi, che hanno carattere e vogliono una vita diversa. Loro davanti al deserto dicono “non ci sto”».

Un'altra esperienza affascinante è stata narrata da Francesca Truzzi che, insieme ad altri volontari, sta girando il mondo con il progetto Cinema du Desert. Grazie ad un camion autocostruito, alimentato da energia solare, i volontari del progetto hanno portato la magia del cinema in 21 paesi e 3 continenti, percorrendo centomila chilometri, per offrire un libero accesso alla cultura e creare momenti di condivisione indimenticabili.

La serata si è conclusa con un ospite a sorpresa, Vinicio Capossela, che ha regalato al pubblico una performance indimenticabile.

lunedì 28 Novembre 2016

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